Purtroppo, come ci è stato segnalato da diverse persone che dentro e fuori dalla pubblica amministrazione apprezzano il lavoro di Monitora PA, per risolvere il problema di carico, AgID ha adottato i servizi forniti da Amazon Web Service, Inc. società statunitense controllata da Amazon che ripropone tutti i problemi di trasferimento transfrontaliero dei dati personali, già posti da Google Analytics.
In questo caso, naturalmente, la responsabilità morale dei trasferimenti in corso verso AWS è anzitutto di AgID: il trasferimento dei servizi è infatti stato probabilmente del tutto trasparente per le PA, con un semplice reindirizzamento del dominio ingestion.webanalytics.italia.it verso i server di Amazon su cui era già stato predisposto Matomo.
In merito hanno aperto una discussione sul Forum Italia, che dovrebbe essere quello ufficiale di AgID
Il fatto che sia ospitato da AgID non dà garanzie di risposta, lo dovrebbero invece dare le segnalazioni a norma di legge inviate dal collettivo MonitoraPA.
Oggi comunque ho letto l’intera discussione sul Forum Italia ed è abbastanza triste constatare come anche questo problema, come tantissimi altri nella società italiana, sia con la PA di mezzo che non, si riduce ad una guerra tra poveri: gli utilizzatori di Web Analytics Italia sono tantissime piccola PA, la grande maggioranza delle quali sono comuni che come sappiamo hanno in media pochi abitanti e poche risorse; il GDPR però, giustamente, individua loro come titolari del trattamento dei dati personali, e quindi è corretto segnalare loro per un’inadempienza che però non è nata da loro, perché l’affidamento l’ha fatto AgID e loro sono fortemente spinti o obbligati ad usare Web Analytics Italia. Se volessero correggere il problema moltissime PA forse non avrebbero le conoscenze, le capacità o perfino i soldi per fare una ricerca e un nuovo contratto con un fornitore di servizio analogo che rispetta il GDPR senza ombra di dubbio, e partono le risposte stizzite a chi in MonitoraPA ha riportato una situazione potenzialmente fuorilegge.
Il risultato è che i diritti dei cittadini non sono garantiti ma nessuno si prende davvero (fino ad oggi) la responsabilità di sistemare l’errore fatto, e se mai sarà sistemato verrà accettato il fatto di essere rimasti fuorilegge per settimane perché inserire gesto di fare spallucce.